Perché non offro servizi di MTPE (Machine Translation Post Editing)

Articolo aggiornato: Dicembre 16 2025

Ovvero: come ho deciso di non diventare una ruota dentata nella Skynet delle traduzioni.

Se stai cercando informazioni su MTPE, Machine Translation Post Editing, servizi di post-editing, post editing traduzioni automatiche o affini… perfetto. Sei nel posto giusto. Mettiti comodo, prendi un caffè e parliamone. Questo articolo non è un manifesto sindacale né un piagnisteo nostalgico su com’era bello tradurre una volta. È piuttosto un racconto, con un sorriso ironico e anni passati a lavorare con testi veri, clienti veri e problemi molto concreti. Un racconto del perché io, consapevolmente, non offro servizi di MTPE.

MTPE: quando il traduttore diventa un accessorio opzionale

Negli ultimi anni la traduzione automatica ha invaso il settore linguistico come un esercito di cloni: testi tutti uguali, senza anima, squadrati, sterilizzati, apparentemente corretti. Una vera gioia per i reparti acquisti. Finalmente un servizio che non si deve pagare tanto! Le tabelle Excel impazziscono felici.

Poi qualcuno ha avuto un’idea geniale: Mettiamoci un essere umano alla fine, giusto per sicurezza. Ed ecco l’MTPE entra in scena. Il traduttore non traduce più: controlla. Annuisce. Sistema qualche virgola. Spegne eventuali incendi semantici e passa oltre. Un po’ come l’addetto alla qualità in una fabbrica: non decide come nasce il prodotto, si limita a verificare che non esploda.

Naturalmente, il tutto deve essere fatto in fretta. Perché la macchina ha già lavorato, e il lavoro umano, si sa, è solo un dettaglio.

MTPE: di cosa parliamo, senza slogan

Tecnicamente, l’MTPE è la revisione di un testo prodotto da una machine translation. Non è una traduzione, anche se spesso viene venduta come tale, solo “più veloce” e “più economica”. Un po’ come dire che un caffè solubile è uguale a quello del bar: basta mescolare bene.

In alcuni casi molto semplici la traduzione automatica può anche funzionare. Ma quando il testo diventa appena un po’ più complesso, quando entrano in gioco la terminologia, lo stile, un gioco di parole o il contesto, la macchina inizia a improvvisare, cancellando anche la parte creativa dell’intero processo. Quella che distingue una traduzione fatta da un essere umano da una sequenza di parole statisticamente plausibili. E lì che entra in scena il post-editor, armato di pazienza e caffeina.

Ed è proprio qui che la teoria incontra la pratica.

Il problema è che gli strumenti di traduzione automatica utilizzati nella maggior parte dei progetti di post-editing sono generalisti. Trattano allo stesso modo un manuale tecnico, un contratto legale o una ricetta di cucina. Il risultato sono errori terminologici, strutture innaturali e frasi che nessun essere umano sceglierebbe spontaneamente.

MTPE sucks! Più lavoro, meno soldi (e meno entusiasmo)

C’è un grande mito da sfatare: l’idea che correggere una traduzione automatica sia più semplice e veloce che tradurre da zero. In realtà, molto spesso accade l’esatto contrario.

Nel lavoro di MTPE bisogna leggere il testo di partenza, poi quello prodotto dalla macchina, cercare di capire cosa l’algoritmo intendeva dire e valutare se abbia senso salvare qualcosa o rifare tutto da capo. Il cervello lavora il doppio, mentre il compenso, curiosamente, lavora la metà. A volte neanche tanto.

Il paradosso è che tutto questo richiede competenze linguistiche elevate, attenzione costante e senso critico. Eppure l’MTPE viene spesso pagato come se si trattasse di una semplice revisione superficiale. Quando il testo è mediocre, il post-editor deve decidere se limitarsi al minimo indispensabile o assumersi la responsabilità di rifarlo davvero, lavorando di più per guadagnare meno.

È in questo punto che molti professionisti vedono crollare la motivazione. Non perché manchino le competenze, ma perché il modello stesso dell’MTPE rende difficile conciliare qualità, tempi e compensi.

Motivazione professionale? Motivazione economica? Entrambe crashate

MTPE e creatività: incontro mancato

La traduzione non è solo trasferire parole da una lingua all’altra. È anche scelta, sensibilità, capacità di adattamento. Tutti elementi che nell’MTPE diventano opzionali.

Se il testo si capisce, va bene così. Nessuno ha tempo di rifinirlo, migliorarlo o renderlo davvero naturale. La priorità è finire in fretta, rispettare la deadline e passare al prossimo file. Dopo qualche ora di questo ritmo, l’entusiasmo svanisce e rimane solo la sensazione di produrre testi tutti uguali, come se uscissero dalla stessa fotocopiatrice stanca del lunedì mattina.

Agenzie, clienti e il culto del basta che costi poco

Alcune agenzie, quelle affezionate ai fogli Excel , presentano l’MTPE come il futuro inevitabile della traduzione. Un futuro in cui il lavoro umano costa poco, rende poco e, possibilmente, non fa troppe domande perché facilmente sostituibile.

E poi ci sono i clienti che accettano volentieri questo modello. Costa meno, quindi sembra un affare. Almeno finché qualcuno non deve davvero leggere quei testi, usarli o pubblicarli con il proprio nome sopra.

Io preferisco lavorare con chi sa che la lingua non è un dettaglio fastidioso da minimizzare, ma uno strumento di comunicazione. Con chi nota la differenza tra un testo assemblato e uno pensato.

Perché non offro servizi di MTPE

Dopo anni di esperienza e dopo tutto quello che precede, questa non è una scelta ideologica, ma una semplice conseguenza.

Non offro servizi di MTPE perché non voglio limitarmi a ripulire il lavoro di una macchina. Voglio occuparmi del testo dall’inizio alla fine, assumermene la responsabilità e consegnare qualcosa che funzioni davvero.

Non offro servizi di MTPE perché non voglio limitarmi a ripulire il lavoro di una macchina, ma preferisco occuparmi di traduzioni professionali verso il polacco, assumendomi la piena responsabilità del testo finale.

Sì, questo significa rinunciare a una parte del mercato. Ma significa anche lavorare meglio, con più soddisfazione e con clienti che apprezzano la qualità invece del prezzo più basso.

La traduzione automatica e l’MTPE continueranno a esistere, senza dubbio. Ma non tutto ciò che è veloce ed economico è automaticamente una buona idea.

Io ho scelto un’altra strada, fatta di competenza, esperienza e cervello umano pienamente operativo. Poi, come sempre, ognuno fa le proprie scelte.


PER APPROFFONDIRE:

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